In memoria della strage di Capaci - 23 maggio 1992 (a.s. 23-24)
Non basta il ricordo delle ricorrenze. La memoria vuole continuità, si misura nel costruire ogni giorno la giustizia. È questo tenace impegno quotidiano che loro si aspettano da noi. Non sono morti per essere ricordati. Sono morti perché noi trasformassimo la loro memoria in speranza e giustizia. L’io capace di diventare noi è stata la loro ricchezza: deve diventare anche la nostra (don Luigi Ciotti). Erano le 17.57, esattamente 31 anni fa: il 23 maggio 1992, in Sicilia, in prossimità dello svincolo di Capaci, nei pressi di Palermo, la mafia metteva in atto l’attentato che tolse la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinari, Vito Schifani.
Il 19 luglio dello stesso anno, in via d’Amelio, a Palermo, sarebbe toccato a Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina.
Pensavano di incutere timore, di cancellare le loro battaglie, di cancellare il loro ricordo, invece, come diceva Giovanni Falcone, gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.
Per questo motivo ricordare Capaci e via d’Amelio, insieme a tutte le altre stragi e vittime delle mafie, serve anche per sottolineare il legame tra la memoria e l’impegno: è dovere di ciascuno di noi non solo riportare alla memoria quanto è stato, ma anche sottolineare il valore dell’impegno quotidiano per far prevalere la giustizia e la legalità. Il Liceo "Vittorio Veneto" ricorda la strage di Capaci il 23 maggio con l’affissione di uno striscione sulla facciata della scuola.
Hanno coordinato la realizzazione dello striscione nel corso dell'a.s. 22-23 i docenti Prof.ssa Barbara Nebuloni, referente del Progetto Legalità per il Liceo, e il Prof. Antonino Dimondo, docente di scienze pittoriche e referente di diverse attività artistiche dell'Istituto.