In memoria della strage di Capaci - 23 maggio 1992 (a.s. 24-25)
Non basta il ricordo delle ricorrenze. La memoria vuole continuità, si misura nel costruire ogni giorno la giustizia. È questo tenace impegno quotidiano che loro si aspettano da noi. Non sono morti per essere ricordati. Sono morti perché noi trasformassimo la loro memoria in speranza e giustizia. L’io capace di diventare noi è stata la loro ricchezza: deve diventare anche la nostra (don Luigi Ciotti).
Erano le 17:57, esattamente 33 anni fa: il 23 maggio 1992, in Sicilia, in prossimità dello svincolo di Capaci, nei pressi di Palermo, la mafia metteva in atto l’attentato che tolse la vita a Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Dicillo, Antonio Montinari, Vito Schifani.
Il 19 luglio dello stesso anno, in via d’Amelio, a Palermo, sarebbe toccato a Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina.
Pensavano di incutere timore, di cancellare le loro battaglie, di cancellare il loro ricordo; invece, come diceva Giovanni Falcone, gli uomini passano, le idee restano, restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.
Per questo motivo ricordare Capaci e via d’Amelio, insieme a tutte le altre stragi e vittime delle mafie, serve anche per sottolineare il legame tra la memoria e l’impegno: è dovere di ciascuno di noi non solo riportare alla memoria quanto è stato, ma anche sottolineare il valore dell’impegno quotidiano per far prevalere la giustizia e la legalità. Il Liceo "Vittorio Veneto" ricorda la strage di Capaci il 23 maggio con l’affissione sulla facciata della scuola di uno striscione realizzato nell'a.s. 22-23 con la supervisione del Prof. Antonino Dimondo, docente di scienze pittoriche e referente di diverse attività artistiche dell'Istituto.